La frittata di Villalago

A conclusione di tutti i festeggiamenti, gli sposi rincasavano insieme agli invitati e venivano accolti nella nuova casa dalla suocera che baciava la sposa e le metteva un confetto in bocca perché la rendesse e mantenesse dolce in una casa priva di guai.

Poi i genitori di entrambi pronunciavano insieme parole che
auguravano lunga vita, serenita e salute al grido di “Puzzéte campa cent’anne/Franche de guaje e de malanne”.

Nel frattempo i parenti piu stretti avevano preparato un’enorme frittata nuziale che veniva degustata da tutti i presenti sempre a suon di musica e vino.

Il senso di questa usanza era duplice: da un lato simboleggiava l’unione egualitaria degli sposi con tutti i membri della famiglia e contenendo l’uovo quale principio di vita augurava alla sposa fecondità; dall’altro lato alludeva alla perdita dell’integrità virginale da parte della sposa.

Infatti, la mattina che seguiva la prima notte di nozze, la madre della sposa aveva il “diritto” di entrare nella camera matrimoniale e, dopo aver scoperchiato le lenzuola, di prendere il lenzuolo rosso di sangue per metterlo in mostra sul balcone in modo che tutti fossero consapevoli dell’ottima riuscita della frittata.