Il Bagaglio Geniale – Metodi e Segreti per Viaggiare Felici (Anche Nella Vita)

by Feliciano Marcantonio

By Elizabeth Sunday

Fin dal mio primo viaggio da sola, nel lontano 1994 in Inghilterra, la questione valigia è sempre stata un mio piccolo dramma esistenziale. Sveglia alle quattro del mattino per chiuderla, perché avevo aspettato a farla all’ultimo momento; trascinamenti di trolley, borsone e borsetta perché mi ero portata dietro l’armadio e anche la cucina; fino all’intuizione che forse (forse) mi ero trascinata dietro un vero e proprio sacco di cose inutili, perché tanto finivo sempre per indossare le stesse cose.

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“Dimmi come fai la valigia e ti dirò chi sei”, scrive Maria Letizia Polverini nel suo nuovo libro

“Il bagaglio geniale – Metodi e segreti per viaggiare felici (anche nella vita)

una lettura sincera e divertente sull’arte del viaggiare leggeri, che avrei dovuto leggere prima dei miei successivi anni in viaggio per il Sud-Est Asiatico:

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“Provate a sottrarre qualcosa al vostro preziosissimo bagaglio: se ce la fate, vuol dire che siete pronti a eliminare un po’ di superfluo anche dalla vostra vita.”

Maria Letizia Polverini Il bagaglio geniale

Viaggiando si impara: acquisire sicurezza nel far bene i propri bagagli aiuta anche a sapersela cavare in altri ambiti della vita. Accumulare, però, non serve, e lo sanno anche coloro che, “sicure di sé in tante occasioni, diventano fragili e incerte davanti a un trolley da riempire: Cosa mi metto, cosa mi porto? La cena sarà formale o no? Chissà se le altre sono in ghingheri…”. Fino al fatidico “Non ho niente da mettermi” di fronte all’armadio pieno.

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L’autrice sottolinea l’importanza dello stilare una lista di cose da portare, da iniziare a compilare molti giorni prima dell’inizio del viaggio, ogni volta che ci viene in mente qualcosa. Le vacanze sono periodi di grandi decisioni.

Sogna pure, ma viaggia leggera. Un vestito semplice e una boccetta di profumo possono bastare.

Ovunque con stile, pochi capi ma giusti

Essendo una fan delle liste io stessa (utilizzo sempre la stessa da anni, spuntando con un pennarello), le liste proposte dalla Polverini sono utili e ben organizzate, e includono anche le cose che possiamo dimenticare: in fondo non stiamo andando in un’isola deserta, i negozi si trovano ovunque. Quando facevo la guida in Oman, un simpatico viaggiatore mi disse: “Ho visto donne riempire la valigia di fazzoletti di carta: pensate davvero che negli altri paesi non li vendano?”

No a piastra per capelli, lacca, phon e ferro da stiro: “Non sarà meglio abbandonare un po’ di zavorra e viaggiare leggeri e senza tante fissazioni?”

Anche il beauty case fa la sua parte: ricordo i miei viaggi degli anni Novanta con quel beauty case rigido e pieno di cose che tanto andava di moda, coordinato con una valigia che da sola pesava dieci chili. Meglio usare i campioncini, evitando però di accumularne in casa finché non scadono e saranno buoni solo per la spazzatura.

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Mezzi di trasporto

C’è chi, durante un viaggio aereo, ha difficoltà a separarsi dal bagaglio a mano e, “all’annuncio di riporre le borse sotto il sedile antistante, si sciolgono dall’abbraccio delle loro tracolle con tristezza e preoccupazione” (io); chi porta troppi bagagli sul trenoe non può nemmeno più tenere la bottiglietta di acqua in mano; e chi, poiché viaggia in macchina, decide di portare tutto ciò che gli pare, dimentico del fatto che dovrà poi scaricare e ricaricare il tutto all’arrivo e alla partenza.

C’è una sezione dedicata agli accompagnatori: con il nuovo fidanzato (o quello di sempre), con un amico o un’amica (in due è perfetto, ma quando si aggiunge una terza che stona?), con i futuri suoceri (è inutile vestirsi da educanda), con la famiglia, in gruppo, con bambini o con gli animali, e infine con se stessi:

Scegliere di partire da soli dà l’impressione di controllare meglio i nostri percorsi interiori.

 

L’ansia del bagaglio perduto

“Anche se il vostro soggiorno è per un lungo periodo, ricomprate al massimo tre esemplari di vestiario per ogni genere che vi occorre, per esempio tre slip o tre magliette. Il primo giorno si indossano, il secondo giorno si lavano, il terzo giorno si asciugano, il quarto giorno si ricomincia il giro.” Perché, disperare, dunque? C’è sempre una soluzione.

E se si è affetti dalla sindrome dell’acquisto compulsivo?

L’autrice consiglia, prima di lanciarsi in spese e contrattazioni, di fare un elenco mentale degli oggetti presi in viaggi precedenti e mai utilizzati goduti, o di pensare alle conchiglie e sassi raccolti con gioia, ma che una volta sul tavolo del salotto perdono il loro fascino. Meglio lasciarli dove sono, no?

Il ritorno

Io faccio parte di quel 50% delle persone che per disfare la propria valigia ci impiega giorni o a volte un mese; se il viaggio è stato particolarmente emozionante e il desiderio di tornare è nullo, non la disfo mai, e attendo la prossima partenza con tutti i pezzi sparsi attorno alla valigia, sotto, sopra e di fianco.

“Invece di riportare a casa oggetti e vestiario inutilizzati nel viaggio, impara a scaricare la zavorra prima, durante e dopo il soggiorno. Vuoto è meglio“, ammonisce l’autrice.

Perché in fondo, nel nostro viaggio finale, “l’unico bagaglio concesso sono le buone azioni”.

Maria Letizia Polverini
Il bagaglio geniale – Metodi e segreti per viaggiare felici
Ed. Centauria

 

Sorgente: Il Bagaglio Geniale – Metodi e Segreti per Viaggiare Felici (Anche Nella Vita) | Too happy to be homesick

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